L’olivo cantato da Omero
L’olivo era considerato un albero preziosissimo nell’antica Grecia, un albero sacro, tanto che il suo abbattimento veniva punito severamente. Omero scelse questa pianta come il simbolo di unione matrimoniale salda e duratura tra Ulisse e Penelope, lasciandosi inspirare dalla robustezza e longevità dell’albero.
Nel libro ventitreesimo dell’Odissea vi è uno dei passi più belli e intensi dell’Odissea, in cui il poeta greco descrive l’amore tra i due sposi. Quando Ulisse ritorna a Itaca solo una cosa avrebbe potuto convincere Penelope della sua identità: il letto nunziale che era stato scavato nel tronco di un albero d’olivo, le cui radici erano saldamente penetrate nel terreno e attorno al quale Ulisse aveva scelto di edificare la maritale stanza.
“Bella d’olivo rigogliosa pianta sorgea nel mio cortile, i rami larga, e grossa molto, di colonna in guisa. Io di commesse pietre ad essa intorno mi architettai la maritale stanza, e d’un bel tetto la coversi, e salde porte v’imposi, e fermamente attate. Poi, vedovata del suo crin d’oliva, alquanto su dalla radice il tronco ne tagliai netto, e con le pialle sopra vi andai leggermente, e v’adoprai la infallibile squadra, e il succhio acuto. Così il sostegno mi fec’io del letto [..]”