Agricoltura sostenibile

Agricoltura sostenibile: significato, principi e tecniche

La chiave per un futuro migliore risiede nell’adozione di pratiche agricole sostenibili, che non solo preservano l’equilibrio degli ecosistemi ma favoriscono anche la salute del suolo e degli organismi viventi. Attraverso tecniche tradizionali come la rotazione delle colture e l’uso di risorse naturali per il controllo dei parassiti, possiamo rigenerare la terra e promuovere una biodiversità che arricchisce il nostro ambiente. Queste metodologie non si limitano a migliorare la resa dei terreni, ma creano anche opportunità per lavoratori e comunità, consolidando un’economia circolare che valorizza le risorse locali e si adatta ai cambiamenti climatici. Adottando un approccio che unisce innovazione tecnologica e saggezza ancestrale, possiamo garantire un’eredità fertile per le generazioni future, dove ogni pianta, come il trifoglio incarnato, contribuisce a ricostruire il manto vegetale e a sostenere la vita.

Le principali tecniche

Le principali tecniche dell’agricoltura sostenibile derivano dal passato e sono precedenti all’epoca della massiccia industrializzazione che ha rivoluzionato il mondo agricolo.

Sono tecniche che riguardano

  1. la rotazione delle colture allo scopo di migliorare o mantenere il rendimento dei terreni;
  2. il monitoraggio dei parassiti agricoli e degli insetti che trasmettono malattie usando i loro nemici naturali, ad esempio altri insetti benefici, predatori, parassitoidi e microrganismi quali funghi, virus e batteri;
  3. la copertura del terreno con paglia o materia organica, utile a mantenere l’umidità ottimale del terreno e a regolare la temperatura del suolo.

Il Miele di Trifoglio

Miele di Trifoglio: caratteristiche e proprietà

il bosco di horta

Dal trifoglio, nostra coltura dell’anno 2023/2024 le api ricavano il prezioso miele. È diffuso in tutta Italia, anche se le zone di maggiore interesse sono il Lazio, la Toscana e il Meridione. Fiorendo generalmente nel periodo compreso tra aprile e luglio, questo miele viene raccolto principalmente in estate. Il miele di trifoglio presenta un colore molto chiaro, quasi trasparente, quando è liquido, mentre assume le tonalità del bianco sporco quando cristallizza. La cristallizzazione, processo naturale che interessa molte tipologie di miele, è tendenzialmente regolare e crea cristalli a grana fine. Odore e aroma sono piuttosto delicati e poco intensi. A livello olfattivo viene spesso descritto come vegetale e dal profumo di fiori bianchi. Al gusto, invece, ricorda il sapore della banana matura, delle caramelle al latte e dei legumi freschi.

Le proprietà benefiche del miele di trifoglio sono varie e condivise con le altre tipologie di miele. È una preziosa fonte di energia subito spendibile per il nostro organismo. Può essere utile per gli sportivi, ma anche per chi ha bisogno di una spinta in più dopo un periodo di convalescenza, dopo influenze e raffreddori o quando si è particolarmente affaticati. Svolge inoltre un’azione antisettica e stimolante per il nostro sistema immunitario. Secondo la medicina naturale, il miele di trifoglio sarebbe un prezioso alleato delle nostre ossa e avrebbe delle importanti proprietà diuretiche e depurative.

Il trifoglio incarnato

Il trifoglio incarnato, invece, può crescere fino a 80 cm. Anche il fiore risulta molto differente. Esso infatti ha la tipica colorazione cremisi e ha una forma piuttosto allungata che ricorda quella di una spiga. Rappresenta una fonte proteica importante per gli animali al pascolo e viene impiegato anche per tenere sotto controllo l’erosione del suolo. Fiorisce da aprile a luglio ed è molto diffuso nel Lazio e in Italia meridionale.

Il ciclamino

Gli ulivi di Noè

Il Ciclamino

Macchia dei Frati,

 

Il ciclamino

 

Amo questo fiore spontaneo del bosco, che vivacizza i colori terrosi dell’autunno. Amo questo piccolo essere, esile ed elegantissimo, nella forma raffinata e semplice, nelle sfumature del colore più intense se un raggio di sole lo raggiunge penetrando dal fitto fogliame degli alberi. Nella stagione autunnale, forse la più bella e suggestiva del bosco, il ciclamino, dall’indole timida e riservata, fa compagnia alle rosse bacche ed ai funghi delle più varie specie che popolano il sottobosco. Sotto i miei passi scrocchiano le foglie secche cadute, ed un intenso profumo di terra umida mi avvolge. Là, nel mezzo della fitta boscaglia, il ciclamino è protetto dal fogliame e dai rami bassi delle piante e può esprimersi nella sua radiosa e al tempo stesso fragile bellezza. Ed io rimango incantata da tanta grazia, oggi come da bambina, grata di potermi ancora stupire di queste piccole meraviglie.

Anna Tecchi

Il bosco di Horta

Stupore

il bosco di horta
Quando cammino nel bosco, lontano dal contagio delle malattie della “globalizzazione”, trascorre il tempo con lentezza, forse per ritrovare il senso del vivere.
STUPORE
…..Il bosco era tutto visibile, anche nell’interno; si sarebbe detto che fosse senza segreti: tale era la luce penetrante e severa, eppure stranamente dolce, di quell’ora di dicembre. I rami si potevano contare uno a uno, così erano lucidi e fermi; i sassi erano sassi; i cespugli e le fratte con un loro assopimento quasi inerte. Tutto era semplice e normale. Ma quel che vi era di straordinario, nell’aria del bosco, nell’esistere di quei rami e di quelle cime e di quei tronchi, nella presenza di quelle pietre e di quelle fratte, era lo stupore della luce, la presenza di un silenzio splendente…..
Bonaventura Tecchi da Resistenza dei Sogni

Gli alberi più vecchi del mondo sono Ulivi

Gli ulivi di Noè

Gli alberi più vecchi del mondo sono Ulivi

Gli alberi più antichi del mondo sono ulivi, ed in particolare gli ulivi viventi più antichi del mondo sono libanesi. “Le sorelle o gli ulivi di Noè” sono 16 ulivi che si trovano a Bchaaleh, in Libano, e si afferma che abbiano origini bibliche. Chiamati anche “alberi di Noè” sono considerati dalla gente del posto un miracolo vivente, visto che attualmente producono ancora olio extravergine d’oliva. Questi ulivi rimangono uno dei grandi misteri irrisolti e praticamente inesplorati; folklore comune e alcuni studiosi biblici ritengono che questi siano gli alberi dai quali la colomba ha riportato il ramo a Noè quando il diluvio si è placato. Questa è una teoria plausibile se si considera che durante quella grande alluvione, quando tutto il Medio Oriente era sott’acqua, Bchaaleh arroccato a 1300 metri di altitudine li ha resi gli ulivi di fatto più alti mai piantati dall’antichità fino alla nostra era moderna.
Vi invito, in questi giorni in cui viviamo il rischio di contagio nei luoghi chiusi dall’epidemia del coronavirus, di apprezzare una sana passeggiata nelle campagne, godere di questo bel sole, dei profumi della terra, e se dovesse capitarvi di passare accanto a questi meravigliosi doni della natura quali sono questi alberi, comprendere quanto sia generosa la nostra terra.

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